Dai seggi della nobiltà napoletana alla camorra: una linea lunga e retta dal Medioevo ad oggi? A proposito di due recenti pubblicazioni

2017 
Napoli conobbe lungo l'intero arco del Medioevo, ma soprattutto nei secoli XIIIXV, intense dinamiche politico-sociali, che si svilupparono in un contesto urbanistico caratterizzato da un forte radicamento territoriale sia dei clan nobiliari sia degli organismi associativi dei ceti popolari. Nel corso del Trecento la monarchia angioina, impegnata a ricondurre ad un unico modello organizzativo le istituzioni di governo locali e a ridurre le tensioni sociali, favori l'aggregazione dei clan nobiliari in cinque grandi raggruppamenti detti seggi e delle ripartizioni territoriali del popolo in un unico grande seggio del Popolo, che pero solo nel 1495 riusci ad esprimere un proprio rappresentante al vertice dell'amministrazione municipale (consiglio dei Sei). I membri dei seggi nobiliari esercitavano un forte controllo sul territorio nel quale erano radicati ed avevano, come tutti i nobili del tempo, familiarita con le armi e un codice di comportamento del quale era parte integrante la vendetta su una persona, una famiglia o un gruppo di famiglie, ma non e possibile compiere un salto dal Tre-Quattrocento al XXI secolo, per collegare mediante «una linea lunga e retta» le dinamiche politico-sociali della Napoli medievale con il sistema criminale della camorra di oggi.
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