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L'analisi dei materiali

1994 
ascrivibili alla classe della ceramica comune), che, sulla base dell’analisi qui effettuata, si inquadrano fra la fine del I secolo a.C. e la prima meta del I d.C., benche non si escluda una prosecuzione nel tempo. A ovest delle strutture venivano in luce due pozzi (o serbatoi d’acqua) consistenti in grosse buche circolari (diametro m 2,50 e m 2) non rivestite di mattoni che tagliavano lo sterile di natura argillosa. Nei riempimenti dei pozzi si riscontrava la presenza di mattoni (anche arcuati da vera di pozzo) e di poca ceramica : quella qui esaminata (uu.ss. 401402, saggio 4) si colloca cronologicamente agli inizi del I secolo d.C. Ancora a ovest dei pozzi (saggio 5) si rinvenivano i resti di alcune sepolture a cremazione - purtroppo molto danneggiate dalle coltivazioni agricole e dagli abbassamenti di terreno (di circa 1 m) in funzione dell’impianto di una risaia - insieme a buche di incerta interpretazione e ai resti di un muretto a secco. Le tombe sono tipologicamente classificabili come incinerazioni indirette in nuda terra e forse, in qualche caso, in cassetta di laterizi (a giudicare dai resti di tegoloni poggianti sul terreno sterile, che dovevano costituirne il fondo, rinvenuti pero senza associazione di materiale). Il muretto a secco aveva forse funzione di recinzione o di delimitazione all’interno del contesto cimiteriale, mentre le buche sono probabilmente da mettere in relazione con un utilizzo diverso (agricolo-insediativo?) dell’area in un’altra fase, forse successiva. I materiali recuperati dai riempimenti delle tombe (uu.ss. 502, 504, 506, 520, 518/524) e dalle buche (u.s. 510), nonche altro materiale affiorante sul terreno (probabilmente per rimaneggiamenti successivi, u.s. 525), sono nuovamente inquadrabili nel corso del I secolo d.C., con qualche possibile attardamento nel II, e dimostrano pertanto che la piccola necropoli era pertinente alle vicine strutture insediative. Il ritrovamento, che ha comunque consentito di verificare l’interesse archeologico della localita di Cozzo, assume notevole importanza anche in considerazione della scarsita di testimonianze di edifici in muratura di eta romana in Lomellina.
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