Le fabbriche della rivoluzione: discorsi e rappresentazioni del potere operaio nelle riviste di Pisa, Marghera e Torino

2017 
Oggetti della nostra ricerca sono le riviste pubblicate tra il 1967 e il 1969 da due gruppi operaisti, il Potere operaio pisan e Potere operaio veneto-emiliano . Se numerosi studi si sono concentrati sui movimenti studenteschi, le rivendicazioni e le lotte degli operai, che si mobilitarono molto prima dell'autunno caldo del 1969, hanno ricevuto un'attenzione minore da parte degli storici e dei sociologi. Lo studio di questo periodo appare d'altra parte essenziale per capire il modo in cui si strutturarono i movimenti della sinistra extra-parlamentare degli anni Settanta. Le riviste appaiono come uno strumento centrale dell'intervento politico poiche servono sia alla formazione dei militanti, sia alla loro mobilitazione. Offrono inoltre un accesso privilegiato all'ethos dei gruppi e al modo in cui concepivano la societa e le possibilita di trasformarla. Basandosi su un approccio definito come “filologia politica”, lo studio comparato dei discorsi prodotti da questi gruppi mira innanzitutto a mostrare le innovazioni linguistiche e concettuali che hanno contribuito a rinnovare la parola antagonista. Permette poi di mettere in evidenza le specificita delle strategie discorsive adottate dai gruppi per mobilitare i loro lettori e provocare l'azione. Infine, interroga, attraverso l'analisi della retorica della violenza, la dialettica tra discorso e pratica: durante questa sequenza politica, la violenza inizia ad essere concepita come uno strumento strategico di lotta ma costituisce soprattutto una risorsa permettendo ai gruppi di affermarsi come soggetto politico autonomo rispetto al movimento operaio ufficiale e di esibire il potenziale antagonista, sovversivo e radicalmente politico del potere operaio.
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