Serre fotovoltaiche Attenti alle perdite; Stanghellini: il calo produttivo non è da poco

2010 
Gli installatori di pannelli fotovoltaici hanno nel mirino gli ortoflorovivaisti che gestiscono serre. Costoro, per contro, sono alla ricerca di sistemi atti a far loro recuperare la marginalita perduta in questi anni di crisi. Un matrimonio che s'ha da fare? Meglio di no. A sconsigliarlo e Cecilia Stanghellini, docente d'orticoltura in serra presso l'Universita di Wageningen in Olanda, che ha presentato a una recente lettura presso l'Accademia dei Gergofili i risultati di un suo studio sugli effetti sulla produttivita delle colture in serra in presenza di pannelli fotovoltaici. «A mio avviso», afferma senza giri di parole Stanghellini, «l'installazione di pannelli fotovoltaici sulle serre dovrebbe essere tenuta come ultima ratio, dopo averne tappezzato tutti i tetti e i terreni disponibili. La produzione d'energia solare con questi pannelli entra infatti inevitabilmente in competizione con quella colturale svolta all'interno delle serre, captando la luce solare. Nella migliore delle ipotesi, il conduttore di serre destinate alla produzione di piante ornamentali a foglia del Sud Italia dovra mettere in conto una perdita di produzione pari a 12 cent per kWh d'energia solare prodotta. Una perdita certo accettabile, se, per contro, riceve un contributo di 40 cent per ogni kWh d'energia da fonti rinnovabili immessa in rete. Nel caso di coltivazioni orticole da frutto, invece, andranno messe in conto perdite di produzioni di gran lunga superiori, considerato che la captazione della luce da parte dei pannelli fotovoltaici potrebbe compromettere l'allegagione».
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