Management of blunt hepatic and splenic injuries (grade ≤ III) in patients receiving antithrombotic therapy.

2019 
: La gestione non operatoria (NOM) puo essere particolarmente difficile nei pazienti sottoposti a contemporaneo trattamento antitrombotico (AT). Con questo studio e stata esaminata la fattibilita di NOM in pazienti con AT che hanno subito lesioni epatiche o spleniche. Per questo abbiamo analizzato i risultati a 5 anni (2010- 2014) di un protocollo prospettico su 15 pazienti sotto trattamento AT, trattati per lesioni spleniche e / o epatiche presso il nostro istituto. La terapia antitrombotica consisteva in 4 mg di acenocumarolo, 100 mg di acido acetilsalicilico e 75 mg di clopidogrel. La vitamina K (Vit K), il plasma fresco congelato (FFP) e il concentrato di complesso protrombinico (PCC) sono stati trasfusi nei pazienti sottoposti a terapia anticoagulante, mentre piastrine (PLT) sono state somministrate a pazienti sottoposti a terapia antiaggregante se il loro livello era eccessivamente basso. Sono state inoltre registrate il grado delle lesioni organiche, il punteggio di gravita (ISS), la necessita di trasfusione di sangue e di trattamento in terapia intensiva (HDU) di grado elevato, la morbilita, la mortalita e la durata della degenza ospedaliera. I pazienti con adeguati criteri per NOM e trattati di conseguenza sono stati dieci. Non e stata necessaria alcuna conversione alla gestione operativa (OM) con un tasso di successo del 100%. Cinque pazienti sono stati gestiti chirurgicamente a causa di instabilita emodinamica e / o segni di peritonite. In tutti i casi e stata tentata la In tutti i casi e stata tentata l’interruzione dell’AT. Si conclude che i pazienti emodinamicamente stabili sotto AT con lesioni epatiche o spleniche (grado ≤ III) e senza segni di peritonite, possono essere buoni candidati per il NOM, nonostante la loro tendenza al sanguinamento. Il tipo di AT non sembra influenzare il risultato finale. L’interruzione del trattamento AT dovrebbe essere deciso caso per caso. METHODS: We analyzed the results of a 5-year (2010-2014) pre-decided treatment protocol, including 15 patients under AT who were treated for splenic and/or hepatic injuries at our institution. The antithrombotic therapy consisted of acenocoumarol 4 mg, acetylsalicylic acid 100 mg and clopidogrel 75 mg. Vitamin K (Vit K), Fresh frozen plasma (FFP) and Prothrombin Complex Concentrate (PCC) were transfused to patients receiving anticoagulant therapy, while platelets (PLTs) were given to patients under antiplatelet therapy if their level was excessively low. The organ injury grading scale, injury severity score (ISS), the need for blood transfusion and intensive care unit (ICU)/ high dependency unit (HDU) admission, morbidity, mortality and duration of hospital stay were also recorded. RESULTS: Ten patients fulfilled the criteria for NOM and were treated accordingly. No conversion to operative management (OM) was required (success rate 100%). Five patients were managed surgically due to hemodynamic instability and/or signs of peritonitis. Reversal of AT was attempted in all cases. CONCLUSIONS: Hemodynamically stable patients under AT with blunt hepatic or splenic injuries (grade ≤ III) and no signs of peritonitis, may be good candidates for NOM, despite their bleeding tendency. The type of AT does not seem to influence the final outcome. Reversal of AT should be stratified individually. KEY WORDS: Antithrombotic therapy, Hemodynamic stability, Non-operative management.
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